Stangata per due tra le più grandi aziende di food delivery
La Commissione ha multato le società di consegna di cibo online Delivery Hero e Glovo per 329 milioni di euro per aver partecipato a un cartello, come annunciato il 2 giugno. Le due società hanno concordato di non sottrarre i dipendenti l'una all'altra, hanno scambiato informazioni commercialmente sensibili e si sono ripartite i mercati geografici. La violazione delle norme ha riguardato lo Spazio economico europeo (SEE) ed è durata quattro anni.
“Questo caso è importante perché tali pratiche sono state facilitate dall'uso anticoncorrenziale della partecipazione di minoranza di Delivery Hero in Glovo”, ha commentato Teresa Ribera, vicepresidente esecutivo per una transizione pulita, giusta e competitiva. “È anche la prima volta che la Commissione sanziona un accordo di non assunzione, in cui le aziende smettono di competere per i migliori talenti e riducono le opportunità per i lavoratori”. Entrambe le società hanno ammesso il loro coinvolgimento nel cartello e hanno accettato di risolvere il caso, che è il primo in cui la Commissione ha riscontrato un cartello nel mercato del lavoro, oltre ad essere la prima sanzione importata per l'uso anticoncorrenziale di una quota di minoranza in un'impresa concorrente.
L'ammenda inflitta a Delivery Hero è di 223 285 000 euro, mentre l'importo che dovrà essere pagato da Glovo è di 105 732 000 euro. Gli importi sono stati fissati sulla base degli orientamenti della Commissione del 2006 in materia di ammende. I funzionari della DG COMP hanno preso in considerazione elementi quali la natura multiforme del cartello, il fatto che esso coprisse l'intero SEE, la sua durata complessiva e l'evoluzione del cartello nel tempo, con periodi di minore intensità. L'Esecutivo ha applicato una riduzione standard del 10 %, in linea con la sua comunicazione sulle transazioni del 2008, poiché le due società hanno riconosciuto la loro partecipazione al cartello e la loro responsabilità.
Delivery Hero e Glovo, due delle più grandi società di consegna di cibo a domicilio in Europa, consegnano cibo (preparato da un ristorante o da una cucina professionale), generi alimentari e altri prodotti al dettaglio (non alimentari) ai clienti che effettuano ordini tramite un'app o un sito web. Delivery Hero, con sede in Germania e quotata alla Borsa di Francoforte, è attualmente presente in più di 70 paesi in tutto il mondo, di cui 16 nel SEE. Collabora con centinaia di migliaia di ristoranti. Glovo, con sede in Spagna, è presente in più di 20 paesi, otto dei quali nel SEE. Delivery Hero ha acquisito una partecipazione di minoranza non di controllo in Glovo nel luglio 2018 e ha aumentato tale partecipazione attraverso successivi investimenti, fino a quando, nel luglio 2022, ha assunto il controllo esclusivo della società spagnola. Nel periodo compreso tra luglio 2018 e luglio 2022, le due società hanno sostituito la concorrenza con un coordinamento anticoncorrenziale a più livelli.
La Commissione ha effettuato ispezioni senza preavviso presso le sedi di Delivery Hero e Glovo nel giugno 2022 e nel novembre 2023, nell'ambito di un'indagine di propria iniziativa su una possibile collusione nel settore della consegna di generi alimentari, avviata a seguito di un'attività di monitoraggio del mercato, che era stata sollecitata da informazioni ricevute da un'autorità nazionale garante della concorrenza e tramite lo strumento di segnalazione anonima. Inaugurata formalmente nel luglio 2024, l'indagine faceva parte degli sforzi della Commissione volti a garantire ai consumatori una scelta e prezzi ragionevoli per la spesa alimentare. “In un mercato giovane e dinamico come quello della consegna di generi alimentari online, in cui gli operatori spesso cercano di assumere una posizione di leadership o di abbandonare il mercato, gli accordi anticoncorrenziali e le pratiche commerciali restrittive, in particolare i cartelli di ripartizione del mercato, possono portare a un consolidamento occulto del mercato, con potenziali effetti negativi sulla concorrenza”, ha osservato. “Questa indagine contribuisce anche a garantire un mercato del lavoro equo, in cui i datori di lavoro non colludono per limitare il numero e la qualità delle opportunità per i lavoratori, ma competono per attirare i talenti”.
“Qualsiasi persona o impresa interessata dal comportamento anticoncorrenziale descritto nel presente caso può adire i tribunali degli Stati membri e chiedere il risarcimento dei danni”, sottolinea l'esecutivo, evidenziando la giurisprudenza dell'UE che conferma che “nei casi dinanzi ai tribunali nazionali, una decisione della Commissione costituisce una prova vincolante che il comportamento ha avuto luogo ed era illegale”. “Anche se la Commissione ha inflitto ammende alle imprese interessate, i tribunali nazionali possono concedere il risarcimento dei danni senza ridurlo in considerazione dell'ammenda della Commissione”, ha affermato.