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The State of the Housing in Europe 2023

martedì 26 settembre 2023

The State of the Housing in Europe 2023

L'edilizia sociale tra transizione energetica equa e gestione della crisi

Nei due anni trascorsi dalla precedente edizione della pubblicazione di punta di Housing Europe "The State of Housing in Europe", si sono verificati molti sviluppi che nessuno avrebbe ritenuto possibili. La situazione causata dalla pandemia globale è stata intensificata da una guerra, una nuova ondata migratoria e una crisi energetica. I dati raccolti in 17 Paesi confermano le circostanze allarmanti, ma allo stesso tempo forniscono soluzioni applicate nel settore come risposta a tutti questi fattori.

Questa edizione del rapporto di Housing Europe sullo stato dell'edilizia abitativa in Europa si concentra su come l'edilizia pubblica, cooperativa e sociale stia contribuendo a una transizione energetica equa e ad aiutare i residenti e le comunità a far fronte all'attuale crisi del costo della vita. Possiamo notare un forte impegno da parte del settore, che mostra un significativo miglioramento nell'ultimo decennio. Il patrimonio abitativo sociale, pubblico e cooperativo mostra spesso prestazioni migliori rispetto a quello di proprietà esclusivamente privata. Prendendo l'esempio della Francia, il 46% del patrimonio abitativo sociale si qualifica come classe energetica A, B o C, rispetto a solo il 25% del patrimonio abitativo totale.

Tuttavia, è ancora necessario uno sforzo significativo. In alcuni Paesi sono stati resi disponibili finanziamenti pubblici attraverso l'utilizzo di risorse dell'UE provenienti dai Fondi per la resilienza e la ripresa (ad esempio in Belgio, Spagna e Italia), che rappresentano per alcuni fornitori di alloggi un'opportunità di finanziamento senza precedenti in un contesto di grande incertezza. Tuttavia, il contesto attuale è caratterizzato da costi sempre più insostenibili per la costruzione e la ristrutturazione, a cui ultimamente si è aggiunto il crescente costo del finanziamento.

L'insieme di questi elementi sta facendo sì che molti progetti vengano rinviati o ritardati, se non del tutto abbandonati. In Germania, ad esempio, è probabile che i progetti di ristrutturazione vengano ridotti di un quarto e le nuove costruzioni di un terzo rispetto alle attività previste per il prossimo anno.

Se vogliamo compensare le conseguenze sociali potenzialmente enormi, i dati raccolti dai fornitori di alloggi pubblici, cooperativi e sociali in tutta la regione rivelano che la nostra risposta comune deve essere rapida e di ampia portata. Il divario tra il reddito e l'abitazione e, più in generale, il costo della vita, che è cresciuto per decenni, è ora esacerbato dall'inflazione, dall'aumento dei tassi d'interesse e dalla crescita della domanda", ha dichiarato il presidente di Housing Europe, Bend Madsen.

La carenza di alloggi sociali e a prezzi accessibili arriverà in un momento in cui i cittadini europei stanno già lottando per far fronte all'aumento dell'inflazione, che si traduce in una vera e propria "crisi del costo della vita". Gli attuali aumenti dei prezzi hanno colpito più duramente le famiglie a basso reddito, come quelle che vivono tipicamente in alloggi sociali, che tendono a spendere la maggior parte del loro budget in beni essenziali come l'energia e il cibo.

Nell'attuale contesto sono state adottate misure aggiuntive da parte dei gestori di alloggi pubblici, cooperativi e sociali per sostenere i loro residenti: ad esempio, in Danimarca, Finlandia e Svezia i gestori di alloggi pubblici e non profit non hanno indicizzato gli affitti al tasso abituale, e lo stesso vale per le cooperative edilizie in Italia, che hanno anche istituito fondi di solidarietà per sostenere coloro che non riuscivano a tenere il passo con l'aumento delle bollette energetiche. I fornitori di alloggi hanno collaborato con i loro residenti per aiutarli a ridurre i consumi energetici e ad accedere ai sussidi disponibili.

Christian Krainer, vicepresidente dell'Osservatorio Housing Europe e rappresentante del GbV, Austria, ha spiegato che nel suo Paese il settore a scopo di lucro limitato è già riuscito a ristrutturare il 96% di tutte le abitazioni costruite prima del 1980, ma è ora di accelerare la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento, costruendo allo stesso tempo nuovi alloggi a prezzi accessibili. Per quanto riguarda le soluzioni da adottare, ritiene che l'approccio distrettuale debba essere privilegiato rispetto a quello del singolo edificio e sottolinea le innovazioni tecniche come la costruzione modulare come una strada da percorrere.

Laurent Ghékière, presidente dell'Osservatorio Housing Europe e responsabile degli Affari UE dell'Union Social pour l'Habitat, sottolinea che "l'UE può e deve rafforzare il suo contributo finanziario per risolvere la crisi abitativa, basandosi sull'efficace lavoro della Banca europea per gli investimenti (BEI), sul buon livello di utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei (Politica di coesione) e infine, nel prossimo futuro, sull'utilizzo delle entrate generate dal sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS2)".