La Commissione europea ha pubblicato questa settimana la Roadmap verso i Nature credits, che mira a convogliare finanziamenti privati nella biodiversità e nel ripristino ecologico riconoscendo gli sforzi dei gestori del territorio
I Nature credits dovrebbero offrire nuove opportunità di reddito per agricoltori, silvicoltori, pescatori, proprietari terrieri e comunità locali, aiutandoli al contempo a ripristinare gli ecosistemi e a rafforzare la resilienza delle loro attività.
La presidente von der Leyen ha dichiarato: «Dobbiamo inserire la natura nel bilancio. È esattamente ciò che fanno i crediti naturali. Se ben concepiti, costituiranno uno strumento efficiente e orientato al mercato che incoraggerà il settore privato a investire e innovare. Con gli investimenti e l'innovazione generiamo entrate per coloro che lavorano per proteggere la natura, compresi i nostri agricoltori, i nostri proprietari terrieri e i nostri silvicoltori.
I crediti naturali affronteranno quindi la sfida del degrado della natura e dei cambiamenti climatici, sostenendo al contempo gli obiettivi più ampi dell'UE in materia di competitività e resilienza, come delineato nella bussola della competitività dell'UE e nel patto industriale pulito. Già oggi il rischio climatico sta causando un aumento dei costi assicurativi, danneggiando le catene di approvvigionamento e le aziende agricole, e potrebbe costare alle imprese fino al 7 % dei loro profitti annuali nel prossimo decennio, secondo la Commissione, se non si adatteranno e non sosterranno la conservazione della natura.
La tabella di marcia adottata (roadmap) e sviluppata con le parti interessate definisce un approccio dal basso verso l'alto che contribuirà a colmare l'attuale deficit di investimenti ecologici. I crediti naturali integreranno i finanziamenti pubblici esistenti per la biodiversità come fonte aggiuntiva e volontaria di finanziamento per azioni positive per la natura.
La tabella di marcia mira poi a sviluppare norme chiare e una certificazione affidabile per queste azioni positive per la natura, al fine di rendere i crediti naturali efficaci e affidabili, evitando al contempo oneri amministrativi per l'adesione a tale regime. Si baserà inoltre su norme già esistenti. Insieme a una governance solida, ciò è fondamentale per evitare il greenwashing.
L'UE si è impegnata a destinare il 10 % del proprio bilancio alla biodiversità entro il 2026-2027 e a raddoppiare la propria spesa esterna per la biodiversità portandola a 7 miliardi di euro. Con una stima di 65 miliardi di euro necessari ogni anno per gli investimenti nella biodiversità, sarà essenziale combinare finanziamenti pubblici e privati per ottenere risultati su larga scala e in tempi rapidi.
La Commissione invita tutte le parti interessate – imprese, scienziati, governi e società civile – a partecipare alla definizione di questa iniziativa attraverso un invito aperto a presentare osservazioni, aperto fino al 30 settembre 2025. Per garantire lo sviluppo coordinato e inclusivo di un mercato affidabile dei crediti naturali, la Commissione istituirà un nuovo gruppo di esperti per promuovere un approccio dal basso che si basi sul coinvolgimento stretto delle parti interessate. Il bando continuo per manifestare interesse a partecipare a questo gruppo di esperti è stato pubblicato oggi. Le candidature per la prima fase di selezione possono essere presentate entro il 10 settembre 2025.
L'UE sta attualmente sperimentando iniziative di crediti naturali in Francia, Estonia e Perù e sta collaborando con partner internazionali quali la Biodiversity Credit Alliance, il Forum economico mondiale e il Comitato consultivo internazionale sui crediti di biodiversità. I crediti naturali possono anche aiutare gli Stati membri a raggiungere gli obiettivi nazionali previsti dal regolamento UE sul ripristino della natura e contribuire agli obiettivi globali del quadro di Kunming-Montreal sulla biodiversità.