La Commissione ha di fatto deciso di snaturare la PAC attraverso tagli di bilancio e del cosiddetto "Fondo unico”, insieme a una importante rinazionalizzazione della politica
Alla fine, la Commissione ha optato per il tanto chiacchierato “Fondo unico”, scelta che sembra abbastanza anacronistica considerando le tante sfide che il settore agricolo, e tutti gli altri del resto, devono affrontare in questo momento storico.
Quello che emerge da questa pubblicazione è che il parere degli stakeholders coinvolti nel dialogo con la Von der Leyen e i voti e le posizioni del Parlamento europeo e del Consiglio europeo non siano stati presi in considerazione dell’esecutivo europeo.
Con queste premesse la struttura storica della PAC viene compromessa. I tagli di bilancio, lo scioglimento dei due pilastri, la perdita di comunanza e il disimpegno della Commissione dalla sua storica politica agricola vengono interpretati un abbandono del settore agricolo, che invece era stato descritto come prioritario qualche mese fa.
Purtroppo, chi sarà colpito più duramente da questa decisione, per ora solo una proposta, saranno le aziende agricole a conduzione familiare, pietra angolare del modello agricolo europeo. Queste sono anche quelle aziende agricole che hanno resistito a tutte le crisi degli ultimi anni e che garantiscono diversità, qualità e resilienza nei nostri sistemi alimentari e nei nostri territori. Eppure, con questo segnale di bilancio, proprio all'inizio di un nuovo ciclo legislativo e con l'accordo UE-Mercosur all'orizzonte, la Commissione non mette in una posizione facile tutti coloro che si impegnano a provvedere alla sicurezza alimentare del nostro continente.
Dopo l’estate cominceranno i lavori dei colegislatori, con la speranza che la proposta verrà modificata sensibilmente. Molti europarlamentari si sono detti delusi dalla proposta della Commissione, soprattutto quelli coinvolti nel settore agroalimentare.