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Lo studio sull'impatto cumulativo mostra miglioramenti limitati per le esportazioni agroalimentari dell'UE e rafforza le preoccupazioni per i settori sensibili

venerdì 23 febbraio 2024

Lo studio sull'impatto cumulativo mostra miglioramenti limitati per le esportazioni agroalimentari dell'UE e rafforza le preoccupazioni per i settori sensibili

Il Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea ha pubblicato ieri il tanto atteso studio sull'impatto economico cumulativo dei prossimi accordi commerciali sull'agricoltura dell'UE

Lo studio non porta grandi novità per il settore e rimangono forti preoccupazioni, soprattutto per i comparti più sensibili del mondo agricolo.

Lo studio si basa ancora su molte ipotesi, ma fornisce argomentazioni scientificamente fondate per le decisioni relative al loro posizionamento nell'agenda commerciale bilaterale dell'UE. Inoltre, lo studio cumulativo presenta anche l'inclusione dell'impatto della nuova agenda commerciale del Regno Unito.

Considerando l'intero studio, è necessario sottolineare alcuni punti chiave:

  • Il potenziale di aumento delle esportazioni dell'UE rimane piuttosto limitato - solo 3,1 miliardi di euro (1,6%) nello scenario conservativo e di 4,4 miliardi di euro (2,3%) nello scenario ambizioso e ancora in gran parte limitato al valore aggiunto, ai prodotti trasformati, quindi con limitati benefici diretti aggiuntivi per gli agricoltori.
  • Lo studio rafforza ulteriormente le preoccupazioni per i settori sensibili già ampiamente colpiti nell'UE, come la carne bovina, ovina, il pollame, lo zucchero e il riso. Tutti settori che svolgono un ruolo fondamentale nelle economie locali delle aree rurali europee e che devono fare i conti con un crescente divario negli standard di produzione, soprattutto nel caso del Mercosur, ma anche con i prossimi accordi con Thailandia e India.
  • I numeri rafforzano inoltre il fatto che il Mercosur nella sua forma attuale non può funzionare. Non c'è equilibrio nel nostro commercio agricolo e lo studio indica chiaramente che l'aumento maggiore del valore delle importazioni dell'UE sarebbe attribuibile ai Paesi del Mercosur, anche a spese di altri partner commerciali.
  • Lo studio, pur affrontando la liberalizzazione del commercio con l'Ucraina per i due anni di misure "temporanee", basa le sue proiezioni sulla considerazione solo di ciò che è coperto dal DCFTA. È piuttosto ovvio che al giorno d'oggi nessuno, né la Commissione stessa, né l'Ucraina, né tantomeno i nostri produttori, considerano questa come una base realistica per il futuro.
  • Per quanto riguarda la valutazione dell'impatto della nuova agenda commerciale del Regno Unito sulle relazioni commerciali UE-UK, il risultato conferma le crescenti preoccupazioni dei nostri produttori. Se da un lato si perde sempre più l'accesso al mercato britannico per molti dei prodotti europei, dall'altro l'UE assisterà molto probabilmente a un aumento delle esportazioni britanniche di prodotti già sensibili, come la carne bovina e ovina.