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Conferenza di Liegi per l'Economia Sociale

lunedì 26 febbraio 2024

Conferenza di Liegi per l'Economia Sociale

Grande successo di una conferenza senza precedenti, con la presenza di 19 governi europei

La conferenza "L'economia sociale al centro delle transizioni" si è svolta a Liegi il 12 e 13 febbraio, nell'ambito della Presidenza belga del Consiglio dell'UE. Vi hanno partecipato oltre 600 persone, la maggior parte delle quali attori dell'economia sociale e organizzazioni di base. Sono stati due giorni intensi di scambi, apprendimento e celebrazione dello slancio globale che l'economia sociale sta attualmente vivendo. È stato un momento storico: mai prima d'ora una conferenza europea sull'economia sociale aveva accolto un numero così alto di ministri e delegati: Erano rappresentati 19 Stati membri dell'UE. Molti hanno dichiarato che l'economia sociale è essenziale e l'hanno messa in prima linea nella loro agenda politica.

Il 12 febbraio, a margine della Conferenza, i ministri e i rappresentanti hanno partecipato al Comitato di monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo, un comitato creato durante la Conferenza sull'economia sociale della Presidenza lussemburghese nel 2015, il cui ruolo è garantire e monitorare l'attuazione di politiche adeguate per la SE.

La Roadmap di Liegi:

La Roadmap di Liegi sancisce l'importanza dell'economia sociale nell'agenda politica e integra il Manifesto di San Sebastian. Il documento propone 25 impegni per stimolare l'economia sociale in Europa, tra cui misure per facilitare l'accesso ai finanziamenti, per implementare quadri normativi e strategie, per sensibilizzare e migliorare la raccolta di dati sull'economia sociale. È importante sottolineare che due di questi impegni sottoscritti dai governi degli Stati membri e inclusi nella Roadmap di Liegi sono la nomina di un Commissario europeo per l'economia sociale e il proseguimento dell'attuazione del Piano d'azione per l'economia sociale.

Le sessioni plenarie:

Questa conferenza, intitolata "L'economia sociale al centro delle transizioni", si è concentrata sulle transizioni inclusive, verdi e digitali, con una sessione plenaria dedicata a ciascuna di esse.

  • Transizione inclusiva

 Questa sessione plenaria è stata aperta da Nadine Richez-Battesti, docente senior di Economia all'Università di Aix-Marseille (Francia), che ha spiegato la necessità di cambiare il circuito finanziario e di approfondire la conoscenza dell'economia sociale come attore chiave per una transizione inclusiva, in quanto è sostenibile a lungo termine, promuove la giustizia sociale e crea valore.

Il vicepresidente del SEE, Alain Coheur, ha ricordato il dato allarmante di 95 milioni di persone in povertà in tutta Europa e il ruolo che la SE può svolgere per ridurlo in quanto attore chiave dell'innovazione sociale e della salute. A tal fine è necessario investire nei servizi sociali forniti dall'economia sociale e adeguare il quadro giuridico e la fiscalità.

Heather Roy, Segretario generale di Eurodiaconia e membro del SEE, ha sottolineato l'importanza di diffondere i dati relativi al contributo della SE alla soluzione di molte delle sfide principali della società.

La sessione si è conclusa con l'intervento di Ludovic Voet, Segretario confederale della CES (Confederazione europea dei sindacati), che ha ricordato come l'economia sociale sia una soluzione per il mercato del lavoro. Ha inoltre sottolineato che l'economia sociale è un datore di lavoro e dovrebbe riconoscersi come tale e promuovere i diritti dei lavoratori.

  • Transizione digitale

La sessione plenaria dedicata alla transizione digitale è iniziata con un intervento di Michel Bauwens, fondatore della Fondazione P2P, in cui ha fornito una spiegazione approfondita dei diversi modelli economici che coesistono nella sfera digitale.

Françoise Pissart, direttore della Fondazione Re Baudoin in Belgio, ha mostrato alcuni dati sulla vulnerabilità digitale in Belgio, sottolineando che il 46% della popolazione belga è a rischio di esclusione digitale.

La sessione è proseguita con l'intervento di Sergio Pérez García, direttore generale degli Affari esteri del governo di Navarra e membro del Comitato delle regioni (CdR). Si è soffermato sulla necessità di investire nell'upskilling e nel reskilling per la transizione digitale dell'economia sociale e ha presentato l'esempio innovativo della European Business School che sarà lanciata nel 2026.

La direttrice di SEE, Sarah de Heusch, ha chiuso la sessione sottolineando l'importanza per l'economia sociale di digitalizzarsi e di imparare a raccogliere dati e a utilizzarli per monitorare le tendenze e guadagnare l'impatto sociale. Ha inoltre ricordato il ruolo cruciale dell'economia sociale nel ridurre il divario digitale e nel plasmare uno spazio digitale democratico attraverso l'approccio social tech e digital commons.

  • Transizione verde

Christian Arnsperger, professore di sostenibilità e antropologia economica all'Università di Losanna, ha aperto la sessione plenaria sulla transizione verde con una spiegazione accurata del modello di post-crescita.

La sessione è proseguita con l'intervento di Antonella Noya, responsabile dell'unità Economia sociale e innovazione dell'OCSE, che ha parlato del rapporto tra economia circolare e sociale e ha sottolineato la necessità di facilitare il coinvolgimento degli stakeholder.

Fabrice Collignon, coordinatore di REScoop Wallonia, Eva Verraes, direttrice di HERW!N e Helena O´Rourke-Potocki, Circular economy and Procurement officer di ICLEI, hanno presentato le principali intuizioni, attività, risultati e buone pratiche delle rispettive organizzazioni.

La sessione plenaria è stata conclusa da Anna Athanasopoulou, responsabile dell'unità Prossimità, economia sociale e industrie creative della DG Grow (Commissione europea). Nel suo intervento ha sottolineato tre punti principali: la necessità di mantenere il ritmo delle transizioni, il fatto che l'economia sociale dovrebbe essere al centro delle transizioni e l'importanza della co-creazione.