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Giuseppe Guerini e Jeroen Douglas evidenziano il progetto cooperativo per un'economia resiliente al Parlamento europeo

lunedì 15 dicembre 2025

Giuseppe Guerini e Jeroen Douglas evidenziano il progetto cooperativo per un'economia resiliente al Parlamento europeo

In occasione dell'evento del Comitato economico e sociale europeo (CESE) intitolato "Le cooperative costruiscono un mondo migliore: il contributo del CESE all'Anno internazionale delle cooperative", Jeroen Douglas, direttore generale dell'Alleanza cooperativa internazionale (ICA), ha lanciato un appello per una trasformazione economica sistemica. 

Il suo intervento, inquadrato nell'adozione da parte del CESE del parere CCMI/242 sulle cooperative industriali, di cui Giuseppe Guerini, presidente di Cooperatives Europe, è relatore, ha posizionato le cooperative non come un modello complementare, bensì come un elemento costitutivo di un'economia resiliente e a prova di futuro.

Il signor Douglas ha esordito sottolineando l'urgenza di un cambiamento nei sistemi economici, sottolineando che il momento attuale, caratterizzato da instabilità climatica, frammentazione geopolitica e crescenti disuguaglianze, richiede più di una semplice riforma incrementale. Le cooperative offrono esattamente il tipo di alternativa strutturale necessaria, ha affermato, in quanto sono democratiche, radicate nella comunità e capaci di creare valore a lungo termine. Ha descritto le cooperative come un "modello d'azione" e ha presentato il quadro strategico dell'ICA, costruito attorno a 15 punti d'azione per un'economia globale fondata sulla sostenibilità e l'inclusione.

Un tema centrale del suo intervento è stata la capacità del movimento cooperativo di affrontare crisi globali interconnesse, in particolare nei settori del clima, dell'energia e dei sistemi alimentari. Douglas ha sottolineato la crescente importanza delle soluzioni energetiche democratiche e dei modelli di energie rinnovabili di proprietà comunitaria, attori in grado non solo di accelerare la transizione verde, ma anche di garantire che i benefici rimangano radicati a livello locale. Ha inoltre sottolineato la crescente rilevanza delle cooperative sanitarie e di assistenza sociale, sottolineando la loro comprovata capacità di salvaguardare l'accesso, la qualità e l'accessibilità economica in sistemi di assistenza sempre più sotto pressione. L'inclusione finanziaria è stata un tema di primo piano negli interventi di Douglas. Ha osservato che le banche cooperative e le cooperative di credito rimangono fondamentali per ampliare l'accesso ai finanziamenti, soprattutto per le popolazioni svantaggiate e le PMI. È importante sottolineare che le cooperative non cercano sussidi, ma piuttosto richiedono parità di condizioni in riconoscimento delle loro strutture di governance uniche e del loro contributo al bene pubblico.

Ha chiesto un maggiore riconoscimento politico a livello UE, esortando i legislatori a riflettere la natura specifica delle cooperative nel diritto societario e nei quadri normativi. L'accesso ai finanziamenti è stata un'altra priorità fondamentale: ha incoraggiato l'UE a garantire che le cooperative possano beneficiare appieno degli strumenti per una transizione verde e giusta e di altri meccanismi di finanziamento pertinenti. 

Estendendo il dibattito oltre i confini europei, Douglas ha posto l'attenzione sul ruolo che le cooperative possono svolgere nei paesi in via di sviluppo. Ha individuato il Global Gateway dell'UE come un'opportunità strategica per sfruttare le cooperative nella costruzione di economie locali resilienti, in particolare nelle regioni in cui la democrazia economica è ancora in fase emergente. Per rendere ciò possibile, ha auspicato un dialogo strutturato e permanente tra le istituzioni dell'UE e Cooperatives Europe, definendola un "partner affidabile" nella progettazione e nell'attuazione di politiche inclusive per le cooperative. 

Il suo intervento è servito in ultima analisi a ricordare che le cooperative non sono attori periferici, ma componenti integranti di un'architettura economica sostenibile. Il suo messaggio ha trovato ampia eco nella narrazione più ampia dell'evento: competitività e responsabilità sociale non sono obiettivi contrapposti, ma pilastri che si rafforzano a vicenda e che le cooperative sono le uniche a poterli coniugare.

A nome dell'Alleanza Cooperativa Internazionale, Jeroen Douglas ha promosso tre appelli all'azione.

1. Riconoscimento politico: esortare l'Unione europea a riconoscere pienamente la natura unica del modello di impresa cooperativa nell'ambito del suo diritto societario e dei suoi quadri normativi. L'UE deve andare oltre la visione delle cooperative come semplici PMI e riconoscere la loro capacità di attori economici su larga scala, governati democraticamente.

2. Accesso ai fondi: garantire che le cooperative, in particolare quelle focalizzate sulla transizione verde e giusta, abbiano un accesso equo e diretto ai pertinenti meccanismi di finanziamento dell'UE. Sono i veicoli ideali per garantire che gli investimenti dell'UE abbiano il massimo impatto locale. Un accesso equo anche ai finanziamenti del Global Gateway, con un fondo dedicato per investire nelle cooperative nei paesi in via di sviluppo.

3. Partenariato strategico: approfondire il dialogo strutturale tra l'ICA e il suo ufficio regionale, Cooperatives Europe, e i settori ICA, con l' Organizzazione internazionale del lavoro e le istituzioni dell'UE. 

 Ha concluso affermando che l'ICA è pronta a essere il partner più affidabile per realizzare le ambizioni del Green Deal, del Pilastro sociale e di un'economia europea resiliente e competitiva.

Tra gli altri relatori del panel c'erano rappresentanti dell'OIL, dell'OCSE e della DG GROW.

Nel suo intervento, Carlien van Empel, direttrice dell'Ufficio dell'OIL per l'UE e il Benelux, ha sottolineato che il parere del CESE CCMI/242 riflette accuratamente l'essenza delle cooperative industriali e il loro ruolo nell'economia odierna. Ha sottolineato che il contributo delle cooperative va ben oltre la produzione di beni e servizi: costruiscono catene di approvvigionamento inclusive, offrono occupazione di qualità e rafforzano sia la resilienza che la governance democratica. Van Empel ha sottolineato che le cooperative non dovrebbero essere considerate un modello "alternativo", ma un approccio economico distinto, radicato nel mutualismo, nella solidarietà e nella cooperazione. Nei settori manifatturiero, della produzione digitale e della trasformazione, le cooperative dimostrano una notevole capacità di mantenere l'occupazione e la stabilità anche in condizioni economiche difficili. Posizionate all'interno della più ampia economia sociale e solidale, garantiscono che il valore venga reinvestito a livello locale, rafforzando le comunità. Ha sostenuto che le cooperative industriali sono fondamentali per raggiungere una competitività inclusiva e sostenibile, un settore in cui l'Europa può essere all'avanguardia grazie alle sue solide tradizioni di sviluppo economico basato sui diritti e di equa distribuzione del valore. Van Empel ha ribadito la partnership strategica dell'ILO con l'ICA e ha sottolineato le principali norme internazionali del lavoro, in particolare la Raccomandazione 193, che richiede ambienti favorevoli, sviluppo delle capacità e accesso ai finanziamenti.

Nel suo intervento, il Dott. Joachim Schwerin, economista capo dell'Unità Condotta aziendale responsabile della Direzione generale Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI (DG GROW) della Commissione europea, ha sottolineato che il dibattito sulle cooperative si estende ben oltre l'Anno internazionale delle cooperative, sottolineando che il parere del CESE offre una valutazione eccellente e lungimirante. Ha sottolineato che i principi cooperativi affondano le radici in quello che ha definito il "DNA dell'umanità", valori che hanno plasmato le società nel corso della storia. Per Schwerin, l'importanza delle cooperative non risiede solo in ciò che  fanno, ma nel modo in cui  operano: attraverso la partecipazione democratica, la governance dal basso e il processo decisionale inclusivo. Queste pratiche, ha sostenuto, esemplificano la democrazia in azione, che non può essere realizzata solo attraverso istruzioni formali, ma deve essere vissuta attraverso comportamenti e valori condivisi. Schwerin ha sottolineato la rilevanza delle cooperative nei settori industriale e finanziario, sottolineando la loro lunga tradizione intellettuale e pratica in Europa. Ha collegato il pensiero cooperativo alle sfide contemporanee, in particolare alla digitalizzazione dell'economia. È interessante notare che ha osservato parallelismi tra i principi cooperativi e i meccanismi emergenti nel mercato delle criptovalute, come il trasferimento di valore decentralizzato e il voto on-chain, mettendo al contempo in guardia dalle distorsioni introdotte dalle grandi aziende tecnologiche. La formazione, ha sottolineato, è essenziale per rafforzare la cultura cooperativa, invocando iniziative su larga scala che includano organizzazioni sociali e cooperative. Schwerin ha concluso sollecitando un rinnovato impegno per rafforzare l'immagine pubblica delle cooperative e promuoverle come modelli di business sostenibili e resilienti per il futuro dell'Europa.