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Le cooperative reagiscono alle proposte della Commissione europea per semplificare le norme fiscali

giovedì 1 febbraio 2024

Le cooperative reagiscono alle proposte della Commissione europea per semplificare le norme fiscali

Le cooperative europee hanno risposto a una consultazione della Commissione europea sulla sua proposta di un unico insieme di norme per determinare la base imponibile dei gruppi di società nell'UE

Adottata il 12 settembre 2023, la proposta Business in Europe: Framework for Taxation (BEFIT) avrebbe un impatto sui gruppi che operano nell'UE con un fatturato annuo combinato di almeno 750 milioni di euro. Le misure mirano a ridurre i costi di conformità fiscale per le grandi imprese, soprattutto quelle che operano in più di uno Stato membro. Secondo la Commissione, queste misure potrebbero ridurre i costi di adempimento fiscale per le imprese che operano nell'UE fino al 65%.

Secondo la proposta, tutte le società di un gruppo potrebbero presentare all'amministrazione fiscale di un solo Stato membro una dichiarazione di informazioni con le basi imponibili di tutti i membri del gruppo. Inoltre, le basi imponibili di tutti i membri del gruppo saranno aggregate in un'unica base imponibile e ogni membro del gruppo BEFIT avrà una percentuale della base imponibile aggregata calcolata sulla base della media dei risultati imponibili dei tre anni fiscali precedenti.

La consultazione ha ricevuto risposte da diversi vertici cooperativi: Confederazione europea delle cooperative industriali e di servizi (Cecop), Cooperatives Europe, Associazione europea delle banche cooperative (EACB), Cogeca, Legacoop, Confcooperative e Alleanza delle Cooperative Italiane.

Nella loro presentazione, Cecop, Cooperatives Europe e Cogeca hanno appoggiato l'iniziativa di sviluppare un'unica legge europea sull'imposta sulle società, ma hanno messo in guardia su diverse questioni che potrebbero portare a una disparità di trattamento degli attori dell'economia sociale e delle cooperative. Tutti i vertici hanno espresso preoccupazione per l'attuale formulazione della proposta che, a loro dire, rischia di portare a una disparità di trattamento delle cooperative agricole europee, in particolare per quanto riguarda gli utili accantonati a riserva che non possono essere assegnati ai soci anche dopo l'estinzione della cooperativa e la remunerazione (ad esempio, benefici, dividendi di patronato, interessi sulle azioni) concessa dalle cooperative ai loro soci in proporzione al loro rapporto mutualistico.

Hanno sottolineato che la Commissione dovrebbe modificare le norme sul regime degli utili non distribuiti e quelle sulle spese deducibili per tenere conto della natura specifica e degli obiettivi particolari perseguiti dalle cooperative, distinguendole adeguatamente dalle multinazionali e dalle altre imprese a scopo di lucro.

Nel frattempo, l'EACB ha dichiarato di accogliere con favore l'effettiva riduzione degli oneri di conformità e l'introduzione di un One-Stop-Shop, ma ha avvertito che occorre prestare attenzione al fatto che gli audit continueranno a essere condotti a livello nazionale. Il vertice ha sostenuto che un tale accordo potrebbe potenzialmente portare a lunghe discussioni o addirittura a disaccordi permanenti. Ha inoltre sottolineato l'importanza di allineare le considerazioni fiscali con le normative locali sull'adeguatezza patrimoniale per le entità che operano nei settori bancario e assicurativo.